I Templari dopo i Templari

def_loc_Templ_Morimondo_2015 copia copia

Sabato 17 ottobre il CSA Petrarca propone la tradizionale conferenza sui Templari in un luogo magico, Morimondo nello splendore della sua abbazia, che si ricollega al più celebre ordine religioso cavalleresco. Tema portante della conferenza sarà il parallelo tra storia e mito fantastico.

L’Abbazia di , fondata nel 1134 fondata nel 1134 da dodici monaci cistercensi provenienti da Morimond, è stata la prima a dare il via alla grande opera di bonifica della campagna a sud di Milano. Quasi certamente l’Ordine del Tempio fu partecipe alle vicende dell’Abbazia (alcuni fregi e simbologie ne sono testimonianza) a cominciare dal fatto che essa, al pari di tante altre abbazie cistercensi, risentì dell’influenza delle alterne vicende che colpirono l’Ordine. Prosperò e crebbe durante il periodo di massima potenza e ricchezza dei Templari, e l’inizio del suo declino avvenne in concomitanza della disfatta dell’Ordine, a seguito della sua condanna. È verosimile ipotizzare che, data la stretta relazione tra i due ordini (quello Cistercense e quello Templare, entrambi accomunati dall’imponente figura di San Bernardo di Chiaravalle), le abbazie cistercensi ricevevano donazioni e prosperavano grazie anche all’appoggio, diretto o indiretto, dell’Ordine Templare il quale, lo ricordiamo, durante i secoli XII e XIII aveva raggiunto una ricchezza ed una potenza senza pari, da poter competere con re ed imperatori.

All’alba del 13 ottobre 1307, mentre i Monaci Cavalieri del Tempio di tutto il regno di Francia assistevano alle funzioni religiose, gli uomini di Filippo IV il Bello, con un’operazione di polizia pianificata nei minimi dettagli, irruppero nelle chiese, case e fattorie dell’Ordine del Tempio, arrestando tutti i presenti. In seguito vennero istituiti due processi: il primo, alla fine del 1307, gestito dagli inquisitori del re; il secondo dall’agosto 1309 al giugno 1312, voluto da papa Clemente V; processi che terminarono il 18 marzo del 1314 con il tragico rogo del maestro Jacques de Molay e del precettore di Normandia Goeffrey de Charney sull’Ile des Juifs della Senna di fronte alla cattedrale parigina di Notre-Dame.

L’aneddotica vuole che, prima dell’esecuzione, Jacques de Molay abbia invitato i maggiori responsabili della distruzione dell’Ordine templare, re Filippo il Bello e papa Clemente V, a comparire di fronte al tribunale di Dio. La morte entro l’anno di entrambi i personaggi non fece altro che rafforzare l’idea comune che i Templari fossero vittime di un crimine blasfemo contro la Cristianità.

I Templari, asceti monaci-soldati con una fede travolgente e incredibili eroi in battaglia, furono dunque cancellati dalla Storia in modo tragico dopo due secoli di gloria, privando la Chiesa e la nostra civiltà di un’esperienza mai più riproposta, ma il loro ruolo di difensori ad oltranza della Cristianità non fu l’unico assolto in Terrasanta e questo ha fatto nascere leggende, segreti e fantasie.

Da fatti reali la leggenda dei Templari è sfociata quindi nel mito ed esempio palese ne è il romanzo “Il Codice Da Vinci”.

Molto altro è stato scritto sui Templari e molte questioni concernenti questo Ordine monastico-cavalleresco sono tuttora irrisolte. Con un argomento tanto carico di romanticismo, gli storici spesso hanno difficoltà a separare la realtà dalla fantasia. Inoltre, la scomparsa dell’archivio centrale dell’Ordine nella tardo Medio Evo costituisce una gravissima perdita della memoria che oggi la collaborazione tra storici ed archeologi sta lentamente ricostruendo, mettendo a fuoco un percorso sempre più documentato sui Cavalieri del Tempio.

 

Lucia Zémiti, studiosa di storia medievale, in particolare dell’ordine monastico Cistercense e di quello Templare, nella sua relazione “Simbologia Templare. Tracce di esoterismo dall’Abraxas al Sator” affronterà l’argomento del difficile orientamento tra le decine di simboli che permeano la storia dell’Ordine più popolare tra quelli monastico-cavallereschi. Simboli in gran parte inventati molti anni dopo la scomparsa dei Templari: dalla nutrita schiera di pagine di romanzi che  hanno invaso la letteratura popolare, al presunto legame tra i Cavalieri e la Massoneria, passando per il legame tra le varie eresie. Una carrellata analitica sull’intricata selva costituita da immagini, scritte e reliquie che accompagnano, da secoli, la storia e la leggenda di questo esercito al servizio di Dio.

 

Roberto Gariboldi, archivista, saggista storico e vice presidente del CSA Petrarca, nel suo intervento “I Templari, dalla storia alla nascita del mito” affronterà la nascita e le motivazione del continuo interesse verso questo Ordine militare religioso anche dopo la sua soppressione. Prima in modo soffuso e a partire dalla metà del ‘700 con maggiore forza, si è sviluppata una storia carsica, nascosta, non ufficiale, misteriosa ed esoterica che ha alimentato mille rivoli di avvenimenti, storie e personaggi che più o meno coerentemente dicevano e dicono di rifarsi ai Templari. Il fuoco del rogo di Parigi non si è mai spento e dalle braci nascoste sotto le ceneri, come l’araba fenice, ha consentito il risorgere sotto le forme più strane ed improbabili dell’idea templare, sino a raggiungere il parossisimo con l’esplosione di ricerche storicamente valide ma, in questi ultimi anni, anche puramente fantastiche.

 

Massimo de Rigo, studioso di esegesi storica del territorio e presidente del CSA Petrarca, nella relazione finale “Il Codice Da Vinci a Milano, misteri e realtà templari” analizzerà alcuni riferimenti toponomastici, artistici e architettonici milanesi di questo romanzo thriller di successo scritto da Dan Brown: pubblicato nel 2003, a settembre 2009 ne erano state stampate 80 milioni di copie in tutto il mondo ed era stato tradotto in 44 lingue. Molti studiosi hanno criticato l’opera di Dan Brown per le sue discusse ricostruzioni storiche e documentali, sollevando una serie di critiche relative alle inesattezze presenti nelle fonti del romanzo, quali la Maddalena e il Priorato di Sion a cui vengono collegati i Templari e più tardi anche la massoneria. “Il Codice Da Vinci” è stato accusato di distruggere la dottrina cattolica e la storia della Chiesa, ma ha avuto l’indubbio merito di suggerire un interesse pubblico profondo verso Gesù e il Cristianesimo.

 

Massimo de Rigo – CSA Petrarca http://csapetrarca.it/