Morimondo, luogo d’incontro perfetto.

Da sei anni all’ombra sicura dell’abbazia cistercense di Morimondo, nel mese di ottobre a ricordo e commemorazione dell’arresto dei cavalieri Templari, il CSA Petrarca Onlus in collaborazione con l’Associazione Viriditas organizza un evento che ha lo scopo di approfondire la conoscenza di questo Ordine cavalleresco, di cui si parla molto ma purtroppo più volte senza cognizione di causa.

Sei anni d’incontro significano complessivamente 18 relazioni dove si sono affrontati i più svariati temi che coinvolgono i cavalieri Templari: questa mole di ricerche è nostra ambizione che non vada dispersa, ci auguriamo quindi di trovare i fondi necessari e magari uno sponsor che ci consenta la stampa degli atti di queste giornate di studio.

La sala, come ogni anno, era gremita e c’erano persino spettatori in piedi ad ascoltare le tre dense relazioni: la prima è stata tenuta la Lucia Zémiti dell’Associazione Viriditas, dal titolo “Seborga-Morimondo, la connessione templare”, dove, partendo dalla similitudine dello stemma del borgo medioevale ligure con lo stemma dell’abbazia di Morimondo, si sono esaminati i possibili nessi tra le due entità territoriali: quella principato vescovile dipendente dall’abbazia benedettina di Lerins in Provenza con l’abbazia cistercense di Morimondo. Escludendo i contatti di cistercensi con Lerins rigidamente legati alla tradizione benedettina, non resta che pensare ad una connessione templare con i due siti, in quanto i cavalieri sicuramente sono coinvolti per la loro forte presenza nel Ponente ligure e quindi anche a Seborga da collegare con la sicura frequentazione dei Templari con l’abbazia di Morimondo. Mancano ancora dei documenti comprovanti questi tesi, ma ci si augura che col tempo si possano trovare.

La seconda relazione è stata tenuta da Roberto Gariboldi vice presidente del CSA Petrarca Onlus e aveva come titolo: “Gli altri cavalieri” , qui si sono passati in rassegna i più conosciuti e anche i meno noti degli ordini militari religiosi che si sono messi al servizio della religione cattolica. Perciò si è parlato dei Cavalieri di Malta, dei cavalieri Teutonici, dei cavalieri lebbrosi di S. Lazzaro, degli ordini spagnoli che sono stati in prima linea nella Reconquista, come quello di Santiago, d’Alcantara, di Montesa, d’Avis, dell’Ordine militare di Cristo sorto in Portogallo sulle ceneri dei Templari. Infine si è accennato ad altri ordini italiani come l’Ordine Mauriziano e di Santo Stefano che si sono coperti di gloria combattendo per mare contro i pirati barbareschi.

L’ultima relazione è stata tenuta da Massimo de Rigo, presidente del CSA Petrarca Onlus, dal Titolo: “I monaci cavalieri a Milano” . Dopo un’introduzione che ha inquadrato l’origine di questi Ordini si sono passate in rassegna le residenze dei Cavalieri Templari, dei Giovanniti (Cavalieri di Malta) e di Lazzariti presenti nella nostra città. Ne è uscito un quadro di tutto rilievo, che ha messo al centro dell’attenzione il grande impegno dei monaci cavalieri nel garantire la sicurezza e la cura dei pellegrini diretti in Terrasanta. Non si è mancato di parlare anche degli xenodochi, hospitales e grange che questi ordini gestivano in maniera ottimale, garantendo così al pellegrino non solo la protezione fisica contro i malviventi, ma anche la cura corporale in  caso di malattia. Milano era un crocevia dei pellegrinaggi e quindi questi Ordini si sono impegnati, appoggiandosi ad una ricca e generosa città, ad offrire la migliore assistenza possibile.

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