Il racconto della conferenza “Il Mondo dei Celti. Alberi Pietre Fonti, un cammino verso l’infinito”

Grande affluenza di pubblico molto attento all’argomento di questo inedito e interessante evento organizzato da CSA Petrarca sabato 25 febbraio. Le radici celtiche, infatti, vivono ancora in noi.

Saluto del presidente Massimo de Rigo, introduzione all’argomento e presentazione dell’associazione CSA Petrarca: la sua storia e le sue battaglie.

Il presidente presenta Dumitrita Morau, brava lettrice e presentatrice nella Radio dell’università statale e Stefano Crippa, socio di CSA Petrarca, abile suonatore di Bodhrán nel suo intermezzo musicale.

Prende la parola Lucia Zemiti, studiosa di storia medievale e, in particolare, degli ordini monastici cistercensi e Templari con un intervento su “Aurum Tolosano, il tesoro maledetto dei Celti”.

Dopo un rapido excursus sulle origini dei Celti e di come sia più esatto parlare di “Cultura celtica” più che di gruppo etnico, è stato illustrato come, attraverso i rinvenimenti dei siti di La Téne, nella Svizzera occidentale (IV secolo a.C.) e Hallstatt in Austria (VIII secolo a.C.) sia stato possibile studiare usi e costumi dei Celti che, avendo una tradizione culturale orale, sono stati oggetto di malintesi o mistificati da parte degli storici romani o greci che ne hanno descritto per primi la presenza in Europa. I giacimenti di sale di Hallstatt, minerale indispensabile per la conservazione delle carni e quindi alla sopravvivenza dei popoli, permise ai Celti di espandersi in Europa, oltre che con feroci incursioni, anche con il commercio di questa preziosa sostanza. La loro presenza è documentata dal Baltico all’Anatolia, dalle isole britanniche all’Italia, dove hanno lasciato tracce della loro cultura arrivata anche ai giorni nostri. “I Quattro tesori d’Irlanda” ( la spada del re Nuadu, la lancia del dio Lug, la pietra di Fail e la coppa di Dagda) sono stati assorbiti dai Tarocchi diventando spade, bastoni, denari e coppe. E il piccolo popolo delle fate che ha sempre protetto le sacre fonti, è stato” sostituito in seguito dalle Naiadi e dalle Ninfe romane, spodestate infine dalla figura della Vergine Maria con l’avvento del cristianesimo. Abili orafi e metallurgi, hanno tramandato un’arte orafa raffinata sia sui gioielli che sulle armi e proprio all’oro è legata una leggenda che vede i Celti migranti verso l’Anatolia, fermarsi a Delfi e saccheggiarne il sacro tempio di Apollo ricco di tesori votivi. Pare che da allora, questo tesoro si sia ammantato di un’aura funesta che perseguitò i Celti fino al loro rientro a Tolosa dove il bottino venne gettato nelle acque della città come offerta votiva, calmando le ire di Apollo. Ma quest’ira non si calmò neppure quando ad impossessarsi del tesoro furono i Romani capeggiati da Cepione che subì nel giro di pochi anni una clamorosa disfatta ad Orange, la confisca dei beni e l’esilio a Smirne, mentre dell’immenso Tesoro Maledetto si persero le tracce.

Prosegue Massimo de Rigo, Presidente CSA Petrarca Onlus, Coordinatore di convegni e autore di saggi storici. Studioso di esegesi storica e della petrarchesca solitudine di Linterno, con la sua esposizione

“I Celti alle radici del territorio”

Mille anni prima della nascita di Cristo, un’unica grande civiltà dominava l’Europa. Li chiamavano ‘Celti’, ma per i greci gli stessi popoli erano ‘Keltoi’ e per i Romani ’Galli’. Noi oggi viviamo sui loro stessi territori e un intero popolo emerge dalle nebbie del tempo rivelando una cultura ricca e sorprendente.

L’oreficeria è il loro ambito prediletto. Esemplari sono il Triskell, simbolo di perfezione e l’Albero della vita, simbolo di nascita e rinascita. Il calderone di Gundestrup è la sintesi mitologica céltica, alle origini del mito del Graal di re Artù.

L’unità della società celtica era la tribù (il tuath) formata dai clan. Per i Celti l’equilibrio era il numero 3, la giusta misura tra i tre elementi della vita:- la Sapienza – La Forza – l’Amore.

La società celtica era strutturata secondo tre funzioni: la sacerdotale, la regale-guerriera e la lavorativa.

La loro religione era esoterica, un ciclo continuo della vita.

La leggenda narra che i Celti di Belloveso fondarono Medhe-lan nel luogo dove pascolava una scrofa di cinghiale (la scrofa semilanuta) animale sacro alla Dea della Luce. La scrofa divenne il símbolo di Medhe-lan che in latino si trasformò in Medio-lanum. “Medhelan” significa anche “centro di perfezione”: un nemeton, luogo energético, di forma ellittica. L’oppido celtico di Medelhan si intravede ancora nel solco curvilineo di alcune vie limítrofe alla Scala. L’orientamento geografico è a Nord-Est il Resegone e il Monte Rosa a Nord-Ovest. Sono stati individuati altri nemeton ellittici nelle località di Aicurzio, Cascina del Bosco, Biassono e Lomello. Possibile nemeton è l’antichissima area ellittica nel Parco delle Cave, adiacente a Infernum/Linterno, tuttora visibile, in contrasto con la circostante centuriazione romana. L’orientamento è lo stesso di Medhelan: Resegone a Nord-Est e Monte Rosa a Nord-Ovest.

Il sito energetico potrebbe essere il motivo per cui si percepisce un’aura particolare, il motivo per cui Infernum/Linterno fu scelta da Francesco Petrarca come sua dimora prediletta.

Conclude Maria Maffucci, studiosa di spiritualità celtica, in particolare della cultura e dei Clan della Scozia con la relazione “La ruota dell’Anno Celtica“.

Il calendario celtico era diviso in due grandi periodi: la parte scura dell’anno, quella invernale, che cominciava con la Festa di Samhain, il capodanno celtico, e la parte luminosa che cominciava con la festa di Beltane, la vittoria della luce sul buio.

I Celti seguivano un calendario scandito da otto momenti cosmici importanti: le quattro Feste del Fuoco più i solstizi e gli equinozi.

– Samhain o Samonios – 31 ottobre – 1° novembre

Capodanno celtico. In età moderna è noto come Halloween e corrisponde all’arrivo dell’inverno

– Yule – 20 o 21 dicembre

Solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno che prelude al ritorno della luce.  Il Vecchio Sole se ne va e si dà il benvenuto al Sole Bambino che ci illumina e ci scalda con i suoi benefici raggi.

– Imbolc –  1-2 febbraio

Festa della luce crescente legata alla Dea Brigid, guardiana del fuoco sacro. Nota come Candelora o Candlemas

– Ostara – tra il 20 e il 23 marzo

Equinozio di primavera, quando luce e buio sono in equilibrio

Il risveglio della natura equivale anche ad un rinnovamento interiore. In questo periodo è bene porre le basi per nuovi progetti e nuove iniziative.

– Beltane –  30 aprile – 1° maggio

Festa della fertilità e della rinascita della natura. Nota come Calendimaggio che celebra il ritorno della Primavera

– Litha – 21 o 22 giugno

Solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e festa di Mezza Estate. A Litha si celebra la potenza solare al suo culmine ma anche San Giovanni Battista che, con i suoi fuochi, annuncia l’arrivo dell’estate

– Lughnasadh o Lammas – 31 luglio – 1° agosto

Festa del raccolto e culmine dell’estate. Si celebra l’abbondanza, la prosperità e la gratitudine per i doni ricevuti mentre il sole comincia a declinare

– Mabon –  20 o 21 settembre

Equinozio d’autunno che rappresenta il completamento del raccolto e un momento di ringraziamento mentre si avvicina il periodo buio dell’anno.

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Stefano Crippa, appassionato di musica di area celtica, ha deliziato i partecipanti suonando magistralmente il tamburo celtico Bodhrán, tamburo di pelle di capra percosso con un Tipper, piccolo mazzuolo di legno.

Dumitrita Morau, ha allietato i presenti con le letture di brani celtici:

. L’aldilà celtico, il Sid

. La leggenda del Re Quercia e del Re Agrifoglio

. Il suonatore di cornamusa di Kiel, concludendo con un’antica splendida benedizione celtica:

. Invocazione per la buona fortuna.

(a cura di Giuseppina Mazzotti, Massimo de Rigo, Lucia Zemiti e Maria Maffucci)

Un sincero ringraziamento ai volontari del CSA Petrarca, Mara, Giuseppina, Gino, Giacomo, AnnaMaria, Maria, Stefano e a Laura per i testi scelti e l’appoggio dato al buon esito dell’evento.

Conferenza “Il mondo dei Celti”

Invito all’incontro culturale IL MONDO DEI CELTIAlberi Pietre Fonti, un cammino verso l’infinito
Sabato 25 febbraio 2023 ore 15.30
Villa Linterno del Petrarca . via Fratelli Zoia 194 MI 

Lucia Zèmiti “Aurum tolosano, il tesoro maledetto dei Celti”
Massimo de Rigo “I Celti alle radici del territorio”
Maria Maffucci “La Ruota dell’anno celtica”
Letture recitate a cura di Officine Teatrali
Intermezzo musicale a cura di Stefano Crippa

Gli antichi Celti, guerrieri e sognatori in armonia con la natura.

Nel V secolo a.C., dai passi alpini calò una fiumana di tribù provenienti dall’Europa centrale: erano i Celti. Le più importanti città e migliaia di località della val padana risalgono a quel tempo. Più che di un’invasione si deve parlare di una serie di migrazioni iniziata nel IX secolo a.C., con l’arrivo a ondate successive di gruppi provenienti da diverse aree dell’Europa centrale etnicamente omogenee anche se divise in innumerevoli tribù.

Così gli Insubri occuparono la zona tra Ticino, Adda e Po, stanziandosi anche nel territorio ad ovest della metropoli lombarda, posto sulla loro direttiva di marcia.

Agli Insubri è attribuita la fondazione di Milano (Medhelan) che fu il loro centro principale. Milano fu fondata come luogo sacro posto al centro simbolico del territorio, immagine del Centro del Mondo, punto di congiunzione tra Terra e Cielo, tra le aspettative dell’uomo ed il potere divino in grado di soddisfarle: “polo spirituale” da cui tutto parte e a cui tutto fa ritorno.

In questa dimensione tutto è vissuto come manifestazione divina, “espressione visibile dell’invisibile”. Nel mondo celtico la materia non è che un modo d’essere dello spirito: dei e uomini vivono a stretto contatto. In questo contesto il sacro è rappresentato dalla classe sacerdotale, rappresentata dal “druido” che si occupa di scienza, legge e politica. Lo stesso re celtico esercita il potere come una funzione sacra, con limiti precisi e l’assistenza del druido.

La cultura celtica è una delle fondamenta su cui è sorta l’Europa: in simbiosi con la natura, uomini, piante e animali vivevano in assoluta armonia.

Attorno a queste genti sorsero leggende come il tesoro di Tolosa, bottino maledetto.

Quando la tradizione celtica si mescolò al Cristianesimo, si conservarono alcune simbologie religiose: il vischio, come simbolo augurale di buon auspicio per il nuovo anno; le festività legate al cambio delle stagioni; la ricorrenza dei defunti che coincide con il capodanno celtico (31 ottobre) e si conclude con la festa di chiusura dell’anno agricolo (san Martino).

Nel Medioevo, le saghe cavalleresche sono la naturale prosecuzione dei loro ideali. La fantasia fiabesca dei Celti rivive sia nell’arte, con le decorazioni arabescate che hanno caratterizzato lo stile lombardo, sia nell’emozione della nostra gente per la magia che comunicano le nostre pianure nebbiose, le rogge che solcano la campagna, i luoghi che trasmettono mistero come le fitte boscaglie e le silenziose radure.

( https://www.comune.milano.it/web/municipio-7/-/il-mondo-dei-celti )

Ingresso a offerta libera con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento di posti: info@csapetrarca.it

Autobus 67 da MM1 Bande Nere . 49 da MM1 Inganni . 63 e 78 da MM1 Bisceglie