Il racconto della conferenza “Il Mondo dei Celti. Alberi Pietre Fonti, un cammino verso l’infinito”

Grande affluenza di pubblico molto attento all’argomento di questo inedito e interessante evento organizzato da CSA Petrarca sabato 25 febbraio. Le radici celtiche, infatti, vivono ancora in noi.

Saluto del presidente Massimo de Rigo, introduzione all’argomento e presentazione dell’associazione CSA Petrarca: la sua storia e le sue battaglie.

Il presidente presenta Dumitrita Morau, brava lettrice e presentatrice nella Radio dell’università statale e Stefano Crippa, socio di CSA Petrarca, abile suonatore di Bodhrán nel suo intermezzo musicale.

Prende la parola Lucia Zemiti, studiosa di storia medievale e, in particolare, degli ordini monastici cistercensi e Templari con un intervento su “Aurum Tolosano, il tesoro maledetto dei Celti”.

Dopo un rapido excursus sulle origini dei Celti e di come sia più esatto parlare di “Cultura celtica” più che di gruppo etnico, è stato illustrato come, attraverso i rinvenimenti dei siti di La Téne, nella Svizzera occidentale (IV secolo a.C.) e Hallstatt in Austria (VIII secolo a.C.) sia stato possibile studiare usi e costumi dei Celti che, avendo una tradizione culturale orale, sono stati oggetto di malintesi o mistificati da parte degli storici romani o greci che ne hanno descritto per primi la presenza in Europa. I giacimenti di sale di Hallstatt, minerale indispensabile per la conservazione delle carni e quindi alla sopravvivenza dei popoli, permise ai Celti di espandersi in Europa, oltre che con feroci incursioni, anche con il commercio di questa preziosa sostanza. La loro presenza è documentata dal Baltico all’Anatolia, dalle isole britanniche all’Italia, dove hanno lasciato tracce della loro cultura arrivata anche ai giorni nostri. “I Quattro tesori d’Irlanda” ( la spada del re Nuadu, la lancia del dio Lug, la pietra di Fail e la coppa di Dagda) sono stati assorbiti dai Tarocchi diventando spade, bastoni, denari e coppe. E il piccolo popolo delle fate che ha sempre protetto le sacre fonti, è stato” sostituito in seguito dalle Naiadi e dalle Ninfe romane, spodestate infine dalla figura della Vergine Maria con l’avvento del cristianesimo. Abili orafi e metallurgi, hanno tramandato un’arte orafa raffinata sia sui gioielli che sulle armi e proprio all’oro è legata una leggenda che vede i Celti migranti verso l’Anatolia, fermarsi a Delfi e saccheggiarne il sacro tempio di Apollo ricco di tesori votivi. Pare che da allora, questo tesoro si sia ammantato di un’aura funesta che perseguitò i Celti fino al loro rientro a Tolosa dove il bottino venne gettato nelle acque della città come offerta votiva, calmando le ire di Apollo. Ma quest’ira non si calmò neppure quando ad impossessarsi del tesoro furono i Romani capeggiati da Cepione che subì nel giro di pochi anni una clamorosa disfatta ad Orange, la confisca dei beni e l’esilio a Smirne, mentre dell’immenso Tesoro Maledetto si persero le tracce.

Prosegue Massimo de Rigo, Presidente CSA Petrarca Onlus, Coordinatore di convegni e autore di saggi storici. Studioso di esegesi storica e della petrarchesca solitudine di Linterno, con la sua esposizione

“I Celti alle radici del territorio”

Mille anni prima della nascita di Cristo, un’unica grande civiltà dominava l’Europa. Li chiamavano ‘Celti’, ma per i greci gli stessi popoli erano ‘Keltoi’ e per i Romani ’Galli’. Noi oggi viviamo sui loro stessi territori e un intero popolo emerge dalle nebbie del tempo rivelando una cultura ricca e sorprendente.

L’oreficeria è il loro ambito prediletto. Esemplari sono il Triskell, simbolo di perfezione e l’Albero della vita, simbolo di nascita e rinascita. Il calderone di Gundestrup è la sintesi mitologica céltica, alle origini del mito del Graal di re Artù.

L’unità della società celtica era la tribù (il tuath) formata dai clan. Per i Celti l’equilibrio era il numero 3, la giusta misura tra i tre elementi della vita:- la Sapienza – La Forza – l’Amore.

La società celtica era strutturata secondo tre funzioni: la sacerdotale, la regale-guerriera e la lavorativa.

La loro religione era esoterica, un ciclo continuo della vita.

La leggenda narra che i Celti di Belloveso fondarono Medhe-lan nel luogo dove pascolava una scrofa di cinghiale (la scrofa semilanuta) animale sacro alla Dea della Luce. La scrofa divenne il símbolo di Medhe-lan che in latino si trasformò in Medio-lanum. “Medhelan” significa anche “centro di perfezione”: un nemeton, luogo energético, di forma ellittica. L’oppido celtico di Medelhan si intravede ancora nel solco curvilineo di alcune vie limítrofe alla Scala. L’orientamento geografico è a Nord-Est il Resegone e il Monte Rosa a Nord-Ovest. Sono stati individuati altri nemeton ellittici nelle località di Aicurzio, Cascina del Bosco, Biassono e Lomello. Possibile nemeton è l’antichissima area ellittica nel Parco delle Cave, adiacente a Infernum/Linterno, tuttora visibile, in contrasto con la circostante centuriazione romana. L’orientamento è lo stesso di Medhelan: Resegone a Nord-Est e Monte Rosa a Nord-Ovest.

Il sito energetico potrebbe essere il motivo per cui si percepisce un’aura particolare, il motivo per cui Infernum/Linterno fu scelta da Francesco Petrarca come sua dimora prediletta.

Conclude Maria Maffucci, studiosa di spiritualità celtica, in particolare della cultura e dei Clan della Scozia con la relazione “La ruota dell’Anno Celtica“.

Il calendario celtico era diviso in due grandi periodi: la parte scura dell’anno, quella invernale, che cominciava con la Festa di Samhain, il capodanno celtico, e la parte luminosa che cominciava con la festa di Beltane, la vittoria della luce sul buio.

I Celti seguivano un calendario scandito da otto momenti cosmici importanti: le quattro Feste del Fuoco più i solstizi e gli equinozi.

– Samhain o Samonios – 31 ottobre – 1° novembre

Capodanno celtico. In età moderna è noto come Halloween e corrisponde all’arrivo dell’inverno

– Yule – 20 o 21 dicembre

Solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno che prelude al ritorno della luce.  Il Vecchio Sole se ne va e si dà il benvenuto al Sole Bambino che ci illumina e ci scalda con i suoi benefici raggi.

– Imbolc –  1-2 febbraio

Festa della luce crescente legata alla Dea Brigid, guardiana del fuoco sacro. Nota come Candelora o Candlemas

– Ostara – tra il 20 e il 23 marzo

Equinozio di primavera, quando luce e buio sono in equilibrio

Il risveglio della natura equivale anche ad un rinnovamento interiore. In questo periodo è bene porre le basi per nuovi progetti e nuove iniziative.

– Beltane –  30 aprile – 1° maggio

Festa della fertilità e della rinascita della natura. Nota come Calendimaggio che celebra il ritorno della Primavera

– Litha – 21 o 22 giugno

Solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e festa di Mezza Estate. A Litha si celebra la potenza solare al suo culmine ma anche San Giovanni Battista che, con i suoi fuochi, annuncia l’arrivo dell’estate

– Lughnasadh o Lammas – 31 luglio – 1° agosto

Festa del raccolto e culmine dell’estate. Si celebra l’abbondanza, la prosperità e la gratitudine per i doni ricevuti mentre il sole comincia a declinare

– Mabon –  20 o 21 settembre

Equinozio d’autunno che rappresenta il completamento del raccolto e un momento di ringraziamento mentre si avvicina il periodo buio dell’anno.

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Stefano Crippa, appassionato di musica di area celtica, ha deliziato i partecipanti suonando magistralmente il tamburo celtico Bodhrán, tamburo di pelle di capra percosso con un Tipper, piccolo mazzuolo di legno.

Dumitrita Morau, ha allietato i presenti con le letture di brani celtici:

. L’aldilà celtico, il Sid

. La leggenda del Re Quercia e del Re Agrifoglio

. Il suonatore di cornamusa di Kiel, concludendo con un’antica splendida benedizione celtica:

. Invocazione per la buona fortuna.

(a cura di Giuseppina Mazzotti, Massimo de Rigo, Lucia Zemiti e Maria Maffucci)

Un sincero ringraziamento ai volontari del CSA Petrarca, Mara, Giuseppina, Gino, Giacomo, AnnaMaria, Maria, Stefano e a Laura per i testi scelti e l’appoggio dato al buon esito dell’evento.

Il racconto dell’evento “La peste nera”

Sabato 21 gennaio 2023, nell’ambito della rassegna “La parola all’autore”, presso Casa Petrarca di Linterno è stato presentato il saggio storico di Alberto Luongo “La Peste nera. Contagio, crisi e nuovi equilibri nell’Italia del Trecento.”

Massimo de Rigo, Presidente CSA Petrarca, saluta i presenti affermando che il tema affrontato è congeniale alla dimora petrarchesca per due motivi:

– Il 24enne primogenito del Poeta, Giovanni, morì di peste a Milano.

– La calce fatta apporre sui muri affrescati di Casa Petrarca, con la sue proprietà disinfettanti, ha protetto le persone dalla pandemia e gli stessi affreschi che sono stati riscoperti recentemente su azione del CSA Petrarca, unica ad opporsi alla strategia distruttiva della memoria del Poeta nella dimora milanese prediletta.

Introduce Maurizio Cali’, Presidente dell’Associazione Italia Medievale che ha come obiettivo la promozione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico del Medioevo italiano.

Il primo intervento di Maddalena Moglia, ricercatore di storia medievale, precisa che nel 1347 la peste cambia la società italiana: dall’economia all’agricoltura. Molte le reazioni all’epidemia: società al collasso, persone lasciate morire sole, città abbandonate. Da fonti notarili emergono i molti testamenti a favore di familiari o vicini di casa. Altre fonti testimoniamo la chiusura di luoghi di affollamento e iniziative di aiuto alle persone. Torna la devozione per alcuni santi, come san Rocco, invocati in precedenti epidemie.

Il secondo intervento di Paolo Grillo, ordinario di storia medievale, fa un’inquietante assonanza: l’origine asiatica della malattia che si diffonde dai viaggiatori e commercianti. Il frumento e grano provengono dal Mar Nero e, con essi, i roditori. Milano tiene lontana la peste perché ha il proprio grano, chiude le Porte e impone ogni mezzo igienico con un’ottima capacità di resilienza. Che effetti ha avuto la peste oltre al disastro, l’autunno del medioevo? La società, purgata, può ripartire per una nuova crescita. I superstiti stanno meglio perché ereditano dai morti ma anni dopo, la peste ritorna e chi aveva ereditato lascia, a sua volta, in eredità.

L’ultimo intervento dell’autore, Alberto Luongo, docente a contratto, fa una breve sintesi del saggio: la peste del 1347 è un evento inedito, dopo la cosiddetta peste di Giustiniano che, tra VI e VIII secolo, uccise circa 50 milioni di persone. Molto più mortale, “mortalitas magna”. Dio punisce per i comportamenti: “fatalitas”, proprio perché viene da Dio. Petrarca descrive la peste nelle “Lettere Familiares” che gli toglie amici e Laura (1348), gli sconvolge l’animo e scrive versi colmi di dolore.

Petrarca scrive un’opera di quattro libri in latino fatta interamente di invettive contro i medici, un’invettiva contro la cosiddetta superiorità della medicina sulle altre scienze. Molti medici sacrificano la propria vita osservando e descrivendo il male (Gentile da Foligno). Vi è una crescita delle facoltà di medicina e nasce il medico condotto, retribuito dai comuni.

L’incontro con i docenti universitari, di alta valenza culturale, è stato seguito da un pubblico numeroso, attento e interessato a questo argomento tanto vicino alla recente tragica pandemia.

Una degna e pittoresca conclusione è giunta dallo splendido tramonto, immortalato da Anna Maria, che ha infuocato Casa Petrarca, anch’essa testimone della pestilenza.

Relazione di Giuseppina Mazzotti e Massimo de Rigo.

Foto dei soci.

Buone Feste dai volontari del CSA Petrarca

Tratto dal I libro del ‘De vita solitaria’ in cui il Poeta esalta la solitudine come libertà dello spirito, 

propizia all’attività intellettuale.    

…Stare come in un posto di vedetta, osservando ai tuoi piedi le vicende e gli affanni degli uomini, e vedere ogni cosa – e particolarmente te stesso – passare con tutto l’universo; e non dover sopportare le molestie di una vecchiaia furtivamente insinuantesi, prima di averne sospettato l’appressarsi (questo accade a tutte le persone indaffarate), ma vederla molto tempo prima, e prepararle un corpo sano e un animo sereno. Sapere che questa non è la vita, ma l’ombra della vita; un albergo, non una casa; una strada, non la patria; una palestra, non una stanza. Non amare ciò che è transitorio e desiderare ciò che rimane: ma finché quello ci è accanto, sopportarlo in pace. Ricordar sempre di essere mortali, cui tuttavia è stata assicurata l’immortalità. Far andare indietro la memoria, vagabondare con l’animo per tutti i tempi, per tutti i luoghi; fermarsi qua e là, e parlare con tutti quelli che furono uomini illustri; dimenticare così gli autori di tutti i mali che ci sono accanto, talvolta anche noi stessi, e spinger l’animo tra le cose celesti, innalzandolo al di sopra di sé; meditare su ciò che lì accade, accendere con la meditazione il desiderio, ed esortare per converso te stesso, accostando al tuo cuore già in fiamme le fiaccole, per così dire, delle parole ardenti. È questo un frutto – e non è l’ultimo – della vita solitaria: chi non l’ha gustato non l’intende… 

…e verso gli antichi non essere ingrati, ma render noti i loro nomi se sconosciuti, farli ritornare in onore se caduti in dimenticanza, trarli fuori dalle macerie del tempo, tramandarli alle generazioni dei pronipoti come degni di rispetto, averli nel cuore, averli sulle labbra come una dolce cosa…

Francesco Petrarca (dal I libro del ‘De vita solitaria)

CSA Petrarca alla 394ma edizione della Sagra di Baggio

Come ogni anno noi ci siamo, felici di passare un’intera giornata insieme alla nostra gente.

Grazie ai nostri volontari Gino Mereghetti, Stefano Crippa, Giacomo Tarlarini, Giuseppina Mazzotti, Fabio Crippa e al Presidente Massimo de Rigo, dalle h 7 alle h 19, abbiamo  trascorso dodici ore di dialogo costante e costruttivo con visitatori, sorpresi per le iniziative della nostra associazione e per la “perla nascosta” che tuteliamo a nostre spese (pagando anche l’affitto!): lo spazio Casa Petrarca di Linterno.

Alle istituzioni basterebbe poco per darci una mano, il nostro progetto di un cartello turistico/culturale sulla via Zoia, giace negli uffici comunali da 5 anni, nonostante sia tutto pronto per la sua realizzazione… a un prezzo modico, se non irrisorio. La gente chiede sempre la stessa cosa: perchè un patrimonio dell’umanità viene tenuto nascosto, anche se porterebbe prestigio alla nostra Milano?

Nel 1628, un anno prima che Milano venisse colpita dalla peste descritta nei Promessi Sposi del Manzoni, si svolgeva per la prima volta la Sagra di Baggio. Nessuno poteva prevedere che l’evento sarebbe andato avanti per quasi quattro secoli, perfino rispettandone la data, ovvero la terza settimana di ottobre.

Il racconto della Conferenza “L’Universo Templare” a Morimondo

L’interesse per i cavalieri del Tempio è sempre molto alto, come dimostra la notevole partecipazione di pubblico alla conferenza “L’universo templare” che si è tenuta sabato 15 ottobre 2022 presso la Sala Consiliare del Municipio di Morimondo (Mi). La sala era gremita e alcune persone hanno assistito all’incontro in piedi, nonostante l’evento sia durato due ore. La composizione del pubblico era variegata, essendoci persone di ogni età e di ambo i sessi a dimostrazione che l’interesse per i Templari è diffuso in maniera trasversale. 

La conferenza era organizzata dall’Associazione CSA Petrarca e da a.c. Panta Rei Morimondo. 

Relatori del pomeriggio culturale sono stati Lucia Zémiti, Silvia Motta e Massimo de Rigo. 

Lucia Zémiti, studiosa di storia medievale, dei Templari e cistercensi, nella sua relazione “I cistercensi alle Crociate” ha sostenuto che i Templari sono sempre stati legati ai monaci Cistercensi. Spiega il concetto di “malicidium”. Hugo de Paganis, per rafforzare lo spirito dell’Ordine, chiede a Bernardo di Chiaravalle un discorso di esortazione all’armata: i monaci guerrieri prendono le armi non per uccidere il nemico, ma il male insito in lui e quindi che il nemico rappresenta.

Silvia Motta, astrofisica dell’osservatorio astronomico di Brera ha suscitato interesse con una primizia: “Il codice astronomico” Sono stati ritrovati simboli templari su affreschi e pietre. Tracce delle loro antiche “mansioni” sono ancora visibili nel nostro territorio: castelli, chiese e fortificazioniInoltre haillustrato come i Templari adottassero un codice astronomico per orientare le loro costruzioni. Questo codice nascosto permette di riconoscere gli edifici progettati dai loro Maestri costruttori.

Ha concluso Massimo de Rigo Presidente di CSA Petrarca. Nella sua relazione “I frati cavalieri” ha ribadito le probabili origini salernitane del fondatore dell’Ordine Hugo de Paganis, un cavaliere al seguito di Boemondo I d’Altavilla. Ha descritto la vita quotidiana e la sapienza monastica all’origine, subito dopo il Concilio di Troyes (1128), delle cattedrali gotiche che esprimevano la spiritualità dell’epoca. Nonostante siano costruite in pietra, le cattedrali gotiche sembrano sfidare le leggi di gravità: l’accentuata verticalità e le pareti alleggerite da vetrate decorate, creano uno spazio spirituale trascendente. Il sogno di toccare il Cielo ebbe inizio da una parola: Gerusalemme.

Ottima affluenza di pubblico che ha gradito gli argomenti trattati in questa decima edizione di studi templari.

Per l’occasione, le socie Giuseppina Mazzotti ed Elda Ghibaudo hanno indossato abiti medievali.

Molto apprezzata la mostra, a cura di CSA Petrarca, “Il viaggio della vita ad ovest di Milano. Pellegrini e Cavalieri del Tempio a Porta Vercellina” allestita da Gino Mereghetti nel locale antistante la sala conferenze.

Si ringrazia il Comune di Morimondo per l’ospitalità.

Giuseppina Mazzotti e Massimo de Rigo

Conferenza in ricordo di Franco Zamboni, agricoltore storico di Linterno e del Parco delle Cave

CSA Petrarca Onlus ricorda il compianto socio Franco Zamboni, uno dei principali pionieri del Parco delle Cave, che ne ha disegnato con il suo sudore il prezioso territorio medievale legato a Petrarca e lo ha tramandato a noi.

Franco Zamboni è stato fautore ad oltranza dell’agricoltura biologica, che sfrutta la naturale fertilità del suolo, senza l’uso di fertilizzanti chimici che se apparentemente migliorano la produzione, a tempo debito danneggiano l’ambiente. Nelle aree adiacenti alla Cascina (divenuta poi Monumento nazionale vincolato) si sentiva invece l’odore forte del concime organico che riporta a sensazioni di tempi antichi.

Difficile descrivere questo grande uomo ingiustamente dimenticato, non un contadino qualsiasi ma ‘l’Agricoltore storico del Parco delle Cave’ colui che fu il primo vero salvatore di Cascina Linterno dal degrado, dagli incendi e dalle speculazioni.

Domenica 26 giugno 2022 alle ore 15.30

CASCINA LINTERNO DEL PETRARCA
via f.lli Zoia 194 – Milano (ATM 49, 67, 78)

Saluto e presentazione
Massimo de Rigo, Presidente CSA Petrarca

Agricoltura in città
Natalina Campi, Presidente Consorzio Distretto Agricolo Milanese

Agricoltura e Ambiente
Paolo Campi, Gestore Cascina Caldera

Interverranno rappresentanti del DAM Consorzio Distretto Agricolo Milanese

Ingresso a offerta libera con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento di posti

(Misure anti-Covid) ATM 49, 67, 78 Info:  339 4448574 . info@csapetrarca.it . http://csapetrarca.it/

Il futuro è tra noi. A Casa Petrarca un Master universitario di primo livello del Politecnico di Milano

Casa Petrarca ha avuto l’onore di ospitare due giornate del Master in Design the Digital Strategy, un Master universitario di primo livello del Politecnico di Milano, che nasce con l’obiettivo di  formare professionisti in grado di progettare, coordinare e monitorare strategie di business, marketing e comunicazione digitali.

Gli studenti, guidati da splendide persone: Giulia Sormani, direttrice tecnica del Master; Marco Ronchi, co-founder e Silvia Barozzi, coordinatrice didattica, hanno avuto l’opportunità di raccontarsi e di raccontare molto, con un approccio progettuale innovativo, che permette la formazione di un pensiero critico e di un metodo personale: vero differenziale competitivo di un prodotto di formazione contemporaneo.

La dimora petrarchesca di Linterno, l’antica Infernum, l’unica originale tra le cinque attribuite al Poeta e umanista, è un luogo melodico e ricco di variazioni, dove ci si avvicina ad un ascolto profondo ed interiore, sentendo la gioia di lasciare fluire il passato e accogliere il futuro con nuova luce.

Il futuro è stato tra noi e ha nobilitato Casa Petrarca.
A’ bon droit, a buon diritto.

Lustrapark con Alliance Park Project e Amsa al Parco delle Cave domenica 29 maggio

L’Alliance Park Project è un patto fra associazioni ed enti che hanno a cuore la salute, la protezione, la conservazione e la valorizzazione del Parco delle Cave.  

CSA Petrarca Onlus ne è tra i primi fondatori.

Domenica 29 Maggio ci troviamo per la prima edizione di Lustrapark, giornata ecologica di pulizia del parco in collaborazione con Amsa. Vieni ad aiutarci a rendere il Parco delle Cave sempre più pulito.
Più saremo, più ci divertiremo, più il nostro amato parco tornerá a splendere!

Ritrovo alle ore 9 in via Cancano. Ingresso principale Parco delle Cave dove saranno distribuite le attrezzature adeguate. Il termine è previsto verso le ore 11.

La Lusiroeula de Quart – Undicesima edizione

Anche quest’anno CSA Petrarca Onlus organizza l’ormai tradizionale ‘Lusiroeula de Quart’. 

Siamo giunti alla UNDICESIMA EDIZIONE ma l’emozione nel vedere a due passi dalla città nell’incantevole cornice del Parco delle Cave è ogni volta unica. 

Come sempre la nostra Lusiroeula (lucciolata) rispetta il Silenzio della Natura che regna sovrana, senza indebite ingerenze. Le pause saranno limitate a descrizioni ambientali e storiche. Con deferenza ed attenzione, all’imbrunire, ci incammineremo verso l’area naturalistica e la zona umida: dalla Cava Aurora proseguiremo lungo il sentiero Boscaccio di Cava Casati e la stradina delle marcite di Villa Linterno, nei luoghi storici e magici di Petrarca……e le lucciole illumineranno il nostro viaggio.

La Lusiroeula de Quart del CSA Petrarca Onlus. Undicesima edizione 2022. Vivere i sentieri del Petrarca di notte nella magia della Natura a pochi passi dalla città di Milano

VENERDI 27 MAGGIO h 21 PARCO DELLE CAVE Milano 

RITROVO Parcheggio angolo vie R. ROSSELLINI / PAONE (zona ospedale San Carlo)

ore 21.15 inizio escursione lungo il Percorso Petrarchesco (~ 2 km – termine alle ore 22.30 circa) All’imbrunire della sera si cammina verso l’area naturalistica e la zona umida. Dalla Cava Aurora si prosegue lungo il sentiero Boscaccio di Cava Casati e la stradina delle marcite di Villa Linterno

Partecipazione libera e gratuita

Si consigliano calzature per camminata su sterrato e sentiero. Utile l’uso di una piccola torcia tascabile

Non si assume alcuna responsabilità per fatti e accadimenti.

Mezzi pubblici: Bus 49 (MM5 San Siro Stadio/direzione P.zza Tirana) Bus 49 (MM1 Inganni/direzione P.zza Lotto)

Info:  339 4448574 . info@csapetrarca.it . http://csapetrarca.it/

* in caso di maltempo, ripetizione martedi 31 maggio 2022

Dona il tuo 5 per Mille al CSA Petrarca Onlus

Il cinque per mille è una quota di imposte a cui lo Stato, dalla Legge Finanziaria del 2006, rinuncia per sostenere organizzazioni no-profit nelle loro attività. Al CSA PETRARCA – COMITATO SALVAGUARDIA AMBIENTE E CULTURA è stato riconosciuto lo status giuridico di ONLUS, pertanto nel presentare la dichiarazione dei redditi (730 o modello Unico), è possibile firmare per far pervenire il 5 per mille alla nostra Associazione.

Destinare il tuo 5 per mille non costa nulla:

il cinque per mille, infatti, è una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi  dal momento che,  tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, scegli semplicemente la destinazione di una quota dell’IRPEF.

Come destinare il cinque per mille a CSA PETRARACA ONLUS

I modelli per la dichiarazione dei redditi CUD, 730 e UNICO contengono uno spazio dedicato al cinque per mille.

Per destinare il 5 per mille al CSA, basta inserire il codice fiscale della Associazione 97615990153 nell’apposito spazio della dichiarazione dedicato al “SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO E DELLE ALTRE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITA’ SOCIALE DELLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE E DELLE ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI RICONOSCIUTE CHE OPERANO NEI SETTORI DI CUI ALL’ART.10, C.1,” e apporre la propria firma.