Il Viaggio della Vita ad ovest di Milano

È un viaggio a ritroso nel Tempo sulla via dei Pellegrinaggi nell’attuale  Municipio 7 (in parte coincidente all’antica Porta Vercellina) nel suo splendore del XII secolo quando Milano si dà una struttura amministrativa policentrica (oggi diremmo federale) divisa in sei ‘Sestrieri’ o ‘Porte’.

Furono gli Ordini monastico-militari a dare nei secoli XII e XIII, la concreta possibilità a moltitudini di pellegrini e Crociati di raggiungere la Terrasanta con relativa rapidità, con un imponente complesso di hospitalia, ospizi e ricoveri.

I Templari non furono gli unici: anche i Cavalieri Ospitalieri o Giovanniti nella penisola, e quelli Teutonici nei Paesi di lingua tedesca, furono di grande sostegno al pellegrinaggio, ma i “cavalieri del Tempio”, cancellati dalla storia, hanno la prerogativa di essere l’incarnazione degli ideali cavallereschi più puri delle Crociate.

Ai Monaci del Tempio si deve (assieme ai loro cugini Cistercensi) l’impulso dato al progresso del territorio dove operarono con le nuove tecnologie (i mulini ad acqua, un’energia prodigiosa per quei tempi, che consentiva di creare grandi quantità di manufatti con modesta mano d’opera; il perfezionamento dei fontanili che utilizzavano l’acqua sorgiva di falda estendendo l’irrigazione e quindi le colture; la realizzazione delle marcite che consentivano di avere foraggio fresco anche d’inverno e quindi un grande sviluppo lattiero-caseario che fece delle cascine vere e proprie aziende alimentari).

Nell’immaginario collettivo, i Templari sono rimasti un mito per il destino tragico e imprevisto contro il quale non seppero o non vollero reagire, dopo due secoli di difesa ad oltranza della Terrasanta.

Attraverso l’ubicazione degli hospitalia, di antiche chiese e monasteri, è possibile ricostruire il tracciato delle vie di pellegrinaggio sul territorio attorno all’antica “Via ad Novarium”, l’odierna via Novara e quindi anche Figino, l’antica Feglinum.

Mostra fotografica “A piedi nudi nel parco del Petrarca”

Il CSA Petrarca Onlus con il patrocinio del Municipio 7 vi invita all’iniziativa: “A piedi nudi nel parco del Petrarca”.
L’iniziativa consiste in una mostra fotografica, con inaugurazione il 7 aprile a Milano, presso Villa Linterno del Petrarca, in via Fratelli Zoia 194, a cura della fotografa milanese Paola Bernabei.

La mostra è visitabile fino al 14 aprile dalle 17 alle 19

Il nuovo concept della fotografa milanese Paola Bernabei ci restituisce una visione in sospeso fra la modernità della esigenza di evasione data dai colori di un’estate in pieno periodo di pandemia, che non ha comunque fermato la voglia di evasione e di un relax ricercato in uno dei paradisi metropolitani, che gode di un passato glorioso e che ha dato ospitalità anche a poeti e artisti del calibro del Petrarca. 

L’estate dei colori lascia per l’appunto spazio al bianco e nero, di per sé molto più evocativo di un passato e di una storia che ancora oggi si cerca di onorare nel Parco delle Cave, uno dei parchi più suggestivii di Milano. E a maggior ragione rimarcando in questo studio più intimistico il vero valore di un parco e di un ambiente che diventa evasione dal traffico metropolitano.

https://www.comune.milano.it/web/municipio-7/-/a-piedi-nudi-nel-parco

PRESENTAZIONE MOSTRA “RITRATTO DI DONNA 1840-1940. UN SECOLO DI IMMAGINI FEMMINILI”

CERTOSA DI MILANO – GALLERIA CERTOSA –  19 NOVEMBRE/ 4 DICEMBRE 2016

Gli dei dell’antica Grecia avevano il potere di concedere l’immortalità a persone a loro care, quando alle soglie della modernità, nel XIX secolo, il loro ricordo era ormai confinato sui libri di scuola e sui testi eruditi, hanno pensato di donarci comunque un ultimo prezioso regalo: la fotografia, cioè l’arte di rendere immortale una persona, un paesaggio, un’opera d’arte  o un evento attraverso la fissazione di un immagine su un supporto cartaceo di consistenza e grandezza variabile.

Partendo da questa ispirazione Renato Bosoni, fotografo professionista e appassionato raccoglitore di cimeli fotografici, ha pensato di farci godere una parte della sua raccolta di ritratti fotografici, portandoci per mano dai primi incerti balbettii sino alle soglie degli sviluppi più recenti di questa arte.

E’ incredibile come questa galleria di donne, ci faccia vedere e scoprire un mondo ormai scomparso da tempo, ma che continua vivere indistruttibile attraverso questi supporti di carta più o meno pesante, questo è il dono stupendo che gli antichi dei hanno regalato a noi umani smemorati, per aiutarci a non dimenticare il passato.

Come detto, questa mostra è dedicata ai ritratti fotografici femminili, a figura intera dove si possono anche ammirare gli abiti più o meno ricchi, oppure a mezzo busto dove tutto è concentrato sull’espressione del soggetto della fotografia stessa. Non mancano anche le fotografie di gruppo, veri squarci di umanità ormai dimenticata, ma resa eterna dallo scatto di un fotografo.

Guardare questi ritratti di donne è un vero esercizio di storia, senza queste foto dovremmo ricorrere alla nostra incerta fantasia per cercare di ricostruire il passato più vicino a noi al fine di poter trasmettere ai nostri eredi un immagine da fissare nella loro memoria.

Renato Bosoni si è assunto questo incarico di trasmettere le immagini del passato ai nostri nipoti, fissandole in questa mostra. Importante è anche il glossario che spiega le diverse tecniche fotografiche, indispensabile per comprendere sino in fondo il racconto che ci viene proposto dallo scorrere delle immagini esposte.

Roberto Gariboldi