L’Universo templare, il racconto della conferenza

Tutto il fascino dei Templari nella giornata di studi, giunta alla decima edizione, svoltasi a Casa Petrarca  lo scorso 19 marzo 2023 che ha analizzato con nuovi contributi, il tema sui “Pauperes commilitones Christi templique Salomonici”, trattato nell’ottobre dello scorso anno presso l’Abbazia cistercense di Morimondo.

I relatori Lucia Zemiti, Silvia Motta e Massimo de Rigo hanno illustrato la figura dei Templari, valorosi monaci guerrieri che hanno sacrificato la loro vita nel nome di Dio. Hanno donato al mondo profonde conoscenze in ogni campo del sapere: spirituale, astronomico, astrologico, finanziario e architettonico.

Lucia Zémiti, studiosa di storia medievale, dei Templari e cistercensi, nella sua relazione “I cistercensi alle Crociate” ha sostenuto che i Templari sono sempre stati legati ai monaci Cistercensi.

La figura dei Templari: cavaliere e monaco sullo stesso cavallo. Monaci e valorosi guerrieri. Hugues de Payns (Hugo de Paganis in latino) è il gran Maestro del primo nucleo di cavalieri stabile a Gerusalemme per difendere i pellegrini dai predatori, con l’obiettivo di salvare le loro anime. Si distaccano dai crociati per formare la Militia Dei e, nella regione Champagne, hanno origine sia gli Ordini Cistercense che Templare. Per rafforzare lo spirito dell’ordine, Hugo de Paganis chiede all’abate e teologo francese Bernardo di Chiaravalle, a cui era molto legato, un discorso di esortazione all’armata. Con il trattato “De Laude Novae Militiae” (Lode alla nuova milizia) – composto tra il 1128, anno del concilio di Troyes, ed il 1136, anno della morte di Hugues de Payns – Bernardo sancisce la licenza di uccidere, il Malicidio: i cavalieri templari non uccidevano il nemico ma il male che lo rappresentava, il male insito in lui. La seconda crociata (1147-1150) vede il diretto coinvolgimento dell’ordine cistercense. Nel 1144 cade Edessa e papa Eugenio III commissiona a Bernardo di predicare la Seconda Crociata e concede le medesime indulgenze che il papa Urbano II aveva accordato ai partecipanti della Prima Crociata: guai a chi non insanguina la sua spada! Il fallimento della spedizione viene interpretato come effetto dei peccati dei crociati. L’abbazia francese di Morimond ha dato origine al sito di Morimondo.

Quando i Templari lasciarono la Francia per le ingiuste persecuzioni subite, in Portogallo nacque l’Ordine di Cristo.

Le croci templari cucite sulle vele delle tre caravelle, nel 1492 approdarono in America: i Templari erano sopravvissuti…

Silvia Motta, S.E.A.C., European Society for Astronomy in Culture, ha iniziato il suo intervento con la persecuzione contro i Templari il “venerdì nefasto” 13 ottobre 1307. I loro insediamenti in Europa si estendevano dal Portogallo agli Urali. Adottavano un codice astronomico, con regole a livello esoterico, per lasciare tracce riferite a corpi celesti. Questo codice nascosto permette di riconoscere le loro costruzioni e chiese progettati dai loro Maestri costruttori.

Secondo la scuola di Chartres, la Terra era al centro, il Sole e i pianeti le giravano attorno; l’ultimo era il firmamento. L’abside delle chiese era rivolto ad oriente, la porta ad occidente. I fedeli pregavano verso l’altare ad oriente. Osservavano con molto interesse gli equinozi di marzo e ottobre e i solstizi di giugno e dicembre.

Simbolismo astronomico: nella costruzione di chiese ex novo, la pianta era rettangolare o circolare.

L’allineamento dell’asse della navata era al 25 marzo, l’azimut al 15 luglio. La datazione della costruzione della chiesa viene fornita dai dati astronomici mentre le regole astrologiche erano categoriche con configurazioni planetarie ed orientate sulla data della Pasqua. Utilizzavano il calendario liturgico e i santi erano legati al loro Ordine. Le mansio Templari erano complessi autosufficienti.

Nella chiesetta di Cascina Linterno, l’abside è rivolta a sud, gli assi principali Scorpione, Leone e Vergine: non si evidenziano caratteristiche Templari, ma il suo asse è probabilmente il prolungamento dell’intero corpo dell’edificio preesistente. Fino al 1153 Infernum fu grangia della commenda di Santa Maria del Tempio: ci doveva essere una cappella per i monaci. Analizzando, infine, il territorio adiacente a Cascina Linterno, potrebbe trattarsi di un Nemeton celtico, oggetto quindi di approfondimento.

Massimo de Rigo, presidente di CSA Petrarca Onlus e studioso di esegesi storica e dei pellegrinaggi medievali, espone l’argomento “I frati cavalieri”. I crociati si impadronirono di luoghi sacri agli islamici, tra cui la Cupola della Roccia e la vicina Moschea di Al Aqsa. Si pensava che l’edificio fosse stato costruito sulle antiche rovine del tempio di Salomone. Questo il motivo per cui divenne la sede dell’ordine cavalleresco dei Templari. Al massimo della loro potenza erano organizzati in province con migliaia di Precettorie, Commende, Mansioni e Grange, come quella di Infernum/Linterno. Il primo nucleo proveniva dal Monastero di Santa Maria di Josaphat: erano crociati stanchi di violenze e approdati a una vita contemplativa. Hugo de Paganis divenne il primo gran Maestro del nuovo Ordine di Cavalieri. La loro regola benedettina era: obbedienza, povertà e castità e i loro codici morali andavano oltre il loro valore in battaglia.

Il sigillo templare mostra due cavalieri armati sullo stesso cavallo; il suo significato è esoterico e conferma che nel Tempio esisteva un insegnamento segreto.

Il Beauceant, gonfalone templare, era composto da una banda bianca e una nera che simboleggiava il dualismo monastico e guerriero. Fanno voto di combattimento, castità, obbedienza e povertà personale. La vita monastica aveva momenti di preghiera, comunitari, formazione militare e protezione dei pellegrini. Furono chiamati “i cavalieri del silenzio” per la segretezza delle loro conoscenze e costruivano le loro domus in luoghi energetici, sovente nei pressi di Nemeton celtici.

Hanno lasciato all’umanità la Santa Casa di Nazareth a Loreto, la Sacra Sindone. Un unico filo ricollega l’alchimia, i Templari, il mistero delle cattedrali gotiche, la Santa Sophia, il Graal e nel Dolce Stil Novo ne ritroviamo la sintesi. Nei Fedeli d’amore, legati ai Templari, vi è lo stesso simbolismo della “Donna” vista come Sapienza trascendente.

Sul pavimento della cattedrale di Chartres è raffigurato un labirinto: il percorso è un viaggio alla ricerca del centro dell’essenza, della scintilla divina in noi. Un cammino di purificazione come un pellegrinaggio.

La brava Dumitrita Moraru ha alternato gli interventi con le nobili letture: il Cantico dei Cantici di Salomone e il Salmo 114.

Il pubblico attento e interessato ha riempito la sala, con ulteriori e appassionati interventi. Quando si parla di Templari, tutto è possibile poiché la memoria delle loro gesta è ben viva e tangibile nella nostra vita attuale.

Alla prossima!

A cura di Giuseppina Mazzotti, Lucia Zemiti, Silvia Motta  Massimo de Rigo

Invito alla Conferenza “L’universo templare”

INVITO ALLA CONFERENZA
L’universo templareAspetti inediti dell’Ordine del Tempio
Domenica 19 Marzo 2023 alle ore 15.30

Seminario, giunto alla decima edizione, sui Pauperes commilitones Christi templique Salomonici (Poveri compagni d’armi di Cristo e del tempio di Salomone). Replica, con nuovi contributi, dell’evento organizzato lo scorso ottobre da CSA Petrarca Onlus presso l’abbazia cistercense di Morimondo. Questa giornata di studi templari si propone di definire tematiche relative ai principi ed ai valori templari, anche sconosciuti. Il complesso religioso, militare, giuridico ed economico del sistema templare, può aver dato luogo ad una concezione globale, una sapienzialità monastica andata perduta con i roghi, le persecuzioni e la ‘damnatio memoriae’ che avvolse l’epopea dei monaci guerrieri. Se a distanza di tanti secoli, l’universo templare è tuttora capace di suscitare interesse e di risvegliare emozioni, è intrinseco un mistero che supera il logorio del tempo e tuttora parla al cuore degli uomini di un’epoca tecnologica.

Lucia Zémiti
I cistercensi alle crociate
Implicazioni spirituali in conflitto con i nuovi religiosi armati 

Silvia Motta
Simbolismo astronomico templare Le peculiari orientazioni astronomiche delle chiese templari

Massimo de Rigo
I frati cavalieri La spiritualità degli ordini religioso-militari 

Laura Viganò
Al Tuo nome da’ gloria Letture recitate 

Evento promosso da CSA Petrarca Onlus www.csapetrarca.it
in collaborazione con: Associazione culturale Panta Rei
Officine Teatrali Scuola dei Mestieri dello Spettacolo

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MOSTRA 
Il Viaggio della Vita ad ovest di Milano 
Pellegrini e Cavalieri del Tempio a Porta Vercellina
Autobus 67 da MM1 Bande Nere . 49 da MM1 Inganni . 63 e 78 da MM1 Bisceglie
Ingresso a offerta libera con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento di posti: info@csapetrarca.it
Info: cel. 339 4448574 – sito web http://csapetrarca.it/

Il racconto della conferenza “Il Mondo dei Celti. Alberi Pietre Fonti, un cammino verso l’infinito”

Grande affluenza di pubblico molto attento all’argomento di questo inedito e interessante evento organizzato da CSA Petrarca sabato 25 febbraio. Le radici celtiche, infatti, vivono ancora in noi.

Saluto del presidente Massimo de Rigo, introduzione all’argomento e presentazione dell’associazione CSA Petrarca: la sua storia e le sue battaglie.

Il presidente presenta Dumitrita Morau, brava lettrice e presentatrice nella Radio dell’università statale e Stefano Crippa, socio di CSA Petrarca, abile suonatore di Bodhrán nel suo intermezzo musicale.

Prende la parola Lucia Zemiti, studiosa di storia medievale e, in particolare, degli ordini monastici cistercensi e Templari con un intervento su “Aurum Tolosano, il tesoro maledetto dei Celti”.

Dopo un rapido excursus sulle origini dei Celti e di come sia più esatto parlare di “Cultura celtica” più che di gruppo etnico, è stato illustrato come, attraverso i rinvenimenti dei siti di La Téne, nella Svizzera occidentale (IV secolo a.C.) e Hallstatt in Austria (VIII secolo a.C.) sia stato possibile studiare usi e costumi dei Celti che, avendo una tradizione culturale orale, sono stati oggetto di malintesi o mistificati da parte degli storici romani o greci che ne hanno descritto per primi la presenza in Europa. I giacimenti di sale di Hallstatt, minerale indispensabile per la conservazione delle carni e quindi alla sopravvivenza dei popoli, permise ai Celti di espandersi in Europa, oltre che con feroci incursioni, anche con il commercio di questa preziosa sostanza. La loro presenza è documentata dal Baltico all’Anatolia, dalle isole britanniche all’Italia, dove hanno lasciato tracce della loro cultura arrivata anche ai giorni nostri. “I Quattro tesori d’Irlanda” ( la spada del re Nuadu, la lancia del dio Lug, la pietra di Fail e la coppa di Dagda) sono stati assorbiti dai Tarocchi diventando spade, bastoni, denari e coppe. E il piccolo popolo delle fate che ha sempre protetto le sacre fonti, è stato” sostituito in seguito dalle Naiadi e dalle Ninfe romane, spodestate infine dalla figura della Vergine Maria con l’avvento del cristianesimo. Abili orafi e metallurgi, hanno tramandato un’arte orafa raffinata sia sui gioielli che sulle armi e proprio all’oro è legata una leggenda che vede i Celti migranti verso l’Anatolia, fermarsi a Delfi e saccheggiarne il sacro tempio di Apollo ricco di tesori votivi. Pare che da allora, questo tesoro si sia ammantato di un’aura funesta che perseguitò i Celti fino al loro rientro a Tolosa dove il bottino venne gettato nelle acque della città come offerta votiva, calmando le ire di Apollo. Ma quest’ira non si calmò neppure quando ad impossessarsi del tesoro furono i Romani capeggiati da Cepione che subì nel giro di pochi anni una clamorosa disfatta ad Orange, la confisca dei beni e l’esilio a Smirne, mentre dell’immenso Tesoro Maledetto si persero le tracce.

Prosegue Massimo de Rigo, Presidente CSA Petrarca Onlus, Coordinatore di convegni e autore di saggi storici. Studioso di esegesi storica e della petrarchesca solitudine di Linterno, con la sua esposizione

“I Celti alle radici del territorio”

Mille anni prima della nascita di Cristo, un’unica grande civiltà dominava l’Europa. Li chiamavano ‘Celti’, ma per i greci gli stessi popoli erano ‘Keltoi’ e per i Romani ’Galli’. Noi oggi viviamo sui loro stessi territori e un intero popolo emerge dalle nebbie del tempo rivelando una cultura ricca e sorprendente.

L’oreficeria è il loro ambito prediletto. Esemplari sono il Triskell, simbolo di perfezione e l’Albero della vita, simbolo di nascita e rinascita. Il calderone di Gundestrup è la sintesi mitologica céltica, alle origini del mito del Graal di re Artù.

L’unità della società celtica era la tribù (il tuath) formata dai clan. Per i Celti l’equilibrio era il numero 3, la giusta misura tra i tre elementi della vita:- la Sapienza – La Forza – l’Amore.

La società celtica era strutturata secondo tre funzioni: la sacerdotale, la regale-guerriera e la lavorativa.

La loro religione era esoterica, un ciclo continuo della vita.

La leggenda narra che i Celti di Belloveso fondarono Medhe-lan nel luogo dove pascolava una scrofa di cinghiale (la scrofa semilanuta) animale sacro alla Dea della Luce. La scrofa divenne il símbolo di Medhe-lan che in latino si trasformò in Medio-lanum. “Medhelan” significa anche “centro di perfezione”: un nemeton, luogo energético, di forma ellittica. L’oppido celtico di Medelhan si intravede ancora nel solco curvilineo di alcune vie limítrofe alla Scala. L’orientamento geografico è a Nord-Est il Resegone e il Monte Rosa a Nord-Ovest. Sono stati individuati altri nemeton ellittici nelle località di Aicurzio, Cascina del Bosco, Biassono e Lomello. Possibile nemeton è l’antichissima area ellittica nel Parco delle Cave, adiacente a Infernum/Linterno, tuttora visibile, in contrasto con la circostante centuriazione romana. L’orientamento è lo stesso di Medhelan: Resegone a Nord-Est e Monte Rosa a Nord-Ovest.

Il sito energetico potrebbe essere il motivo per cui si percepisce un’aura particolare, il motivo per cui Infernum/Linterno fu scelta da Francesco Petrarca come sua dimora prediletta.

Conclude Maria Maffucci, studiosa di spiritualità celtica, in particolare della cultura e dei Clan della Scozia con la relazione “La ruota dell’Anno Celtica“.

Il calendario celtico era diviso in due grandi periodi: la parte scura dell’anno, quella invernale, che cominciava con la Festa di Samhain, il capodanno celtico, e la parte luminosa che cominciava con la festa di Beltane, la vittoria della luce sul buio.

I Celti seguivano un calendario scandito da otto momenti cosmici importanti: le quattro Feste del Fuoco più i solstizi e gli equinozi.

– Samhain o Samonios – 31 ottobre – 1° novembre

Capodanno celtico. In età moderna è noto come Halloween e corrisponde all’arrivo dell’inverno

– Yule – 20 o 21 dicembre

Solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno che prelude al ritorno della luce.  Il Vecchio Sole se ne va e si dà il benvenuto al Sole Bambino che ci illumina e ci scalda con i suoi benefici raggi.

– Imbolc –  1-2 febbraio

Festa della luce crescente legata alla Dea Brigid, guardiana del fuoco sacro. Nota come Candelora o Candlemas

– Ostara – tra il 20 e il 23 marzo

Equinozio di primavera, quando luce e buio sono in equilibrio

Il risveglio della natura equivale anche ad un rinnovamento interiore. In questo periodo è bene porre le basi per nuovi progetti e nuove iniziative.

– Beltane –  30 aprile – 1° maggio

Festa della fertilità e della rinascita della natura. Nota come Calendimaggio che celebra il ritorno della Primavera

– Litha – 21 o 22 giugno

Solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e festa di Mezza Estate. A Litha si celebra la potenza solare al suo culmine ma anche San Giovanni Battista che, con i suoi fuochi, annuncia l’arrivo dell’estate

– Lughnasadh o Lammas – 31 luglio – 1° agosto

Festa del raccolto e culmine dell’estate. Si celebra l’abbondanza, la prosperità e la gratitudine per i doni ricevuti mentre il sole comincia a declinare

– Mabon –  20 o 21 settembre

Equinozio d’autunno che rappresenta il completamento del raccolto e un momento di ringraziamento mentre si avvicina il periodo buio dell’anno.

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Stefano Crippa, appassionato di musica di area celtica, ha deliziato i partecipanti suonando magistralmente il tamburo celtico Bodhrán, tamburo di pelle di capra percosso con un Tipper, piccolo mazzuolo di legno.

Dumitrita Morau, ha allietato i presenti con le letture di brani celtici:

. L’aldilà celtico, il Sid

. La leggenda del Re Quercia e del Re Agrifoglio

. Il suonatore di cornamusa di Kiel, concludendo con un’antica splendida benedizione celtica:

. Invocazione per la buona fortuna.

(a cura di Giuseppina Mazzotti, Massimo de Rigo, Lucia Zemiti e Maria Maffucci)

Un sincero ringraziamento ai volontari del CSA Petrarca, Mara, Giuseppina, Gino, Giacomo, AnnaMaria, Maria, Stefano e a Laura per i testi scelti e l’appoggio dato al buon esito dell’evento.