Chiude un’Agorà di pura democrazia, grazie cari amici de “Il Rile”.

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Cari amici de “Il Rile”, la notizia della chiusura del vostro giornale è stata per noi come una doccia fredda, pur comprendendo che la vita avanza con i suoi problemi in ogni famiglia, unitamente alla stanchezza che negli anni stempera i migliori ideali di partenza. Al traguardo di un bellissimo cammino che spesso abbiamo percorso insieme, vorremmo solo rendere omaggio alla vostra redazione a cui va la nostra sincera riconoscenza per l’ospitalità offerta in questi anni all’azione del CSA Petrarca. La nostra associazione di volontari non profit al servizio della legalità, appartiene alla categoria dei cosiddetti anticorpi al malaffare diffuso – per riprendere una recente dichiarazione di Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione – che li cita quale prerogativa di Milano, definita per questo Capitale morale. In realtà il volontariato della legalità in campo ambientale e culturale – considerato in Svizzera e Austria una preziosa risorsa che viene coinvolta nei Parlamenti Regionali (Landesparlament) – ha vita dura nell’ex Bel Paese, in particolare nei territori a forte valenza ambientale. Si tratta di una guerra sotterranea feroce dalle nostre parti, nell’area ad ovest di Milano, che per i suoi peculiari aspetti naturalistici, ambientali e anche monumentali, è spesso oggetto di torbidi appetiti immobiliari. Senza il sostegno mediatico di uomini di buona volontà questa già difficile battaglia di volontari (che talvolta si sostituiscono all’azione dei partiti) diventa proibitiva. È doverosa quindi la riconoscenza nostra e della collettività, cara Redazione de “Il Rile”, per il vostro coraggio nel rendere di pubblico dominio illegalità e violenze ambientali che altri periodici di zona hanno sistematicamente ignorato, in modo non certo etico. Entrando nel dettaglio della nostra attività, se non fosse stato per la vostra temeraria autonomia di pensiero, nessuno in Zona 7 avrebbe conosciuto battaglie di civiltà altrimenti oscurate: dalla difesa degli habitat naturalistici del Parco delle Cave contro una montagna di cemento (2006); al sostegno della gestione ItaliaNostra nel Parco delle Cave (2009); alla salvaguardia della dimora di Petrarca a Cascina/Villa Linterno contro la devastazione del nucleo storico (2010); in difesa del corridoio verde pubblico vie Viterbo e Bentivoglio (2013) e della civica scuola elementare San Giusto (2013); contro la violenza ambientale del Canale Expo, insediamenti e percorsi deturpanti nel Parco delle Cave (2014) ed infine l’ultima, la più subdola, contro le troppe incongruenze che rendono torbida la vicenda Linterno, dove vorrebbero far sparire i due pilastri portanti che hanno garantito nei secoli la sopravvivenza di questo monumento nazionale: Petrarca e l’antica agricoltura da cui partiva il paesaggio medievale più incredibile di Milano.

Con il massimo rispetto per la vostra decisione di chiudere questa splendida esperienza, concedeteci il rammarico di perdere un’Agorà di pura democrazia, nella tradizione classica dell’antica Grecia che aveva nella piazza principale della Polis il cuore delle assemblee dei cittadini per discutere i problemi della comunità. Grazie cari amici, con tutto il cuore.

Ad meliora et maiora semper”, verso tempi migliori e cose più grandi!

Massimo de Rigo per i volontari del CSA Petrarca – http://csapetrarca.it/

EXPO 2015 alle porte e una vicenda paradossale, CASA PETRARCA SENZA PETRARCA

Le ragioni di una protesta

Il pomeriggio del 23 Febbraio 2015, davanti a Palazzo Marino si è svolta una legittima protesta civile che va avanti da più di vent’anni, in difesa della presenza milanese, presso Cascina/Villa Linterno, del “Sommo Poeta”, il grande Francesco Petrarca, figura culturale di caratura internazionale. È invece sconcertante l’atteggiamento dell’attuale amministrazione comunale che sembra minimizzare, se non addirittura snobbare, una figura così prestigiosa che, in concomitanza con l’apertura di Expo 2015, darebbe ancora più lustro alla manifestazione ed alla città di Milano.

Siamo in compagnia di Massimo de Rigo, Presidente del CSA Petrarca, che ha letteralmente salvato dalle ruspe Cascina Linterno…

“Sì questo avvenne nel 1994, quando il proprietario Cabassi intendeva edificare un residence di lusso con ben 144 appartamenti, distruggendo, ovviamente, questo prestigioso retaggio storico e culturale. Ma il gruppo fondatore degli “Amici della Cascina Linterno”, l’allora Consiglio di Zona 18 e la Giunta Formentini riuscirono a bloccare quello che sarebbe stato uno scempio imperdonabile. Il gruppo culturale ACL (poi confluito nel CSA Petrarca) produsse la documentazione per il Vincolo Ministeriale (DM 9.3.99) senza cui non ci sarebbe più nulla da discutere essendo classificata B2 e quindi edificabile… Ci tengo a precisare che fui – assieme al contadino Franco Zamboni – tra i primi due fondatori dell’Associazione, dato che sembra volutamente oscurato dagli attuali membri degli “Amici di Cascina Linterno”, che ne disconoscono così una storia pluridecennale. Anche se la consuetudine popolare la definisce come “Cascina Linterno”, ritengo che sarebbe più corretto chiamarla col suo vero nome, “Villa o Casa Petrarca”. Sono ormai consolidate le prove documentali a suffragio della presenza del poeta presso questa grangia medioevale, per gran parte degli otto anni in cui Petrarca soggiornò a Milano, inizialmente presso la corte dei Visconti. Franciscus, il nome latino dell’epoca, era di animo contemplativo, mal sopportava il frastuono della città, fu così che, su sua richiesta, gli venne concessa una villa agreste dove potere scrivere, leggere, meditare, coltivare le sua passione preferita, l’orticoltura, sempre all’insegna della solitudine, dato saliente della complessa personalità di Petrarca, figura su cui la ricerca storiografica internazionale  ha ancora molto da dire…. E si pensa che su questi sentieri, oggi all’interno del Parco delle Cave, possa avere preso forma il “Canzoniere”, una delle sue principali opere..La storiografia rinascimentale ci dà conferme precise sulla presenza di Petrarca in questi territori, ed in particolare nell’attuale “Villa Linterno”..Così nel “Libro annotationum” stampato a Lione dall’editore Guglielmo Rovillius,nel 1576, si legge. “Linterno era sua diletta Solitudine, assai delitiosa, poco discosta da Milano, contigua a Quarto, e vicina a Baggio (…) Ed ivi anche oggidì vedesi la Sua casa, da lui stesso fabbricata, con qualche vestiggio de delitiosi passeggi  (…) egli fabbricò e aggiustò questo Luogo di solitudine l’anno 1351,. Le Virtù che esercitava in questa Solitudine erano: l’Austerità Heremitica, il vivere de cibi grossi, de frutti d’Arbori e d’Herbe crude; il bere parcatamente Vini leggerissimi e frequentemente solo acque correnti” (gli attuali fontanili, n.d.r.). Va precisato che la figura del Petrarca ha preservato nei secoli questo luogo dalla distruzione, ed è all’origine del Vincolo Ministeriale del 9 Marzo 1999.

Oltre ai riferimenti storiografici abbiamo altri tipi di prove della effettiva presenza di Petrarca in questa Villa?

L’arch. Marco Ermentini, restauratore di Italia Nostra, vincitore del premio Assisi per il restauro e della menzione speciale del premio internazionale “Domus restauro”, ha confermato la presenza, nel nucleo storico basso-medievale della Cascina Linterno di significative decorazioni floreali e affreschi da salvare: in particolare le tracce della colombina”, logo attribuito direttamente a Petrarca, preziosa testimonianza petrarchesca. Sono poi presenti dei monogrammi, attribuibili a Petrarca, sui capitelli delle colonne gemelle che reggono il porticato interno della Villa. D’altronde la stessa struttura di “grangia medioevale” della Villa, rimanda all’epoca del Petrarca.

 

Ci risulta che, in questi anni, numerose personalità dellla città hanno sostenuto la posizione dell’Associazione CSA Petrarca….

 

Certo, e questo ci conferma di essere sulla strada giusta, al di là di quello che possono pensare in certi ambienti istituzionali… a cominciare da Monsignor Giovanni Balconi, responsabile dei Centri Cultrali della Diocesi che ne vedrebbe il luogo ideale per un nuovo Umanesimo; Philippe Daverio, critico d’arte e giornalista, che in modo brillante e sarcastico ha affermato che la valorizzazione della Cascina Linterno quale sito petrarchesco sia la cosa più intelligente da farsi in vista di Expo 2015. Sempre per Daverio, di tutte le cascine milanesi, la Cascina Linterno è la più comunicabile, perché è legata al nome del Petrarca. Con una certa intelligenza il discorso del recupero delle cascine potrebbe partire da lì. Se si riesce ad aprire un dialogo con la città, a recuperare una sensibilità su questi temi, la Cascina Linterno potrebbe avere un’utilità importante. Expo potrebbe essere in tal senso un’opportunità, visto che il tema è ‘Feed the Planet’.

Francesco Petrarca – conferma de Rigo- sarebbe il “testimonial” ideale per la missione “Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita”, assegnata alla manifestazione e occorre diffidare da chi racconta che una cascina agricola è in antitesi ad un centro petrarchesco: al contrario, nella storia della Linterno c’è questo straordinario “unicum”. Ma è rilevante anche la posizione di Carlo Bertelli, per cui “Quello che Petrarca ha lasciato a Milano è sufficiente per creare un museo. Gli insegnanti possono far scoprire a ragazze e ragazzi che le canzoni che più li commuovono hanno radici nel Canzoniere di Francesco Petrarca. Si potrebbe lanciare una ‘Milano dei poeti’, con pubbliche letture di Parini a Brera, di Foscolo nella corte del Palazzo Reale, di Ariosto al Castello Sforzesco, Manzoni in Piazza Belgioioso, Montale alla Triennale. Tutto partendo da una cascina che si vuole salvare”. Concorde in tal senso anche Luigi Santambrogio,  che punta a fare di Villa Petrarca, grazie anche all’impegno dei volontari del Touring Club Italiano, la base di partenza di un percorso letterario cittadino

Ciononosante, ci risulta che il consiglio di zona 7 contesti le vostre posizioni, dando un particolare accento, più che alla figura del Petrarca, a quella di don Giuseppe Gervasini, detto anche il Prèt de Ratanà, noto guaritore che soggiornò, per brevi periodi nei pressi di Cascina Linterno

La zona 7 può scrivere quello che vuole. Resta agli atti il mancato patrocinio del nostro saggio storico “Milano Expo 2015” ad opera della Commissione Cultura della Zona 7, nel settembre 2012. Motivazioni: falso storico e non in linea con la strategia comunali di Cascina Linterno, nell’ambito di Expo 2015. Arrivò, buon ultimo, quello del Comune di milano, dopo che si rese conto che era stato scavalcato dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano e dal Centro Culturale francese (Consolato di Francia).

Va peraltro ricordato che è partito il progetto di ristrutturazione della Cascina Linterno, a seguito di uno studio di fattibilità del Politecnico di Milano

Sul di risanamento conservativo alla Cascina Linterno, CSA Petrarca, nonostante con una lettera protocollata abbia offerto il massimo di disponibilità  a collaborare sia con l’ assessorato che con l’altra associazione, “Amici della Cascina Linterno”, non è stato consultato dal Comune di Milano appaltante, né invitato al gruppo di lavoro che affianca l’amministrazione, si è rivolto a un noto amministrativista quale l’avvocato Francesco Perli che ha provveduto a redigere due esposti: uno al ministro per i Beni culturali,  e un altro al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. L’idea di formulare esposti anziché ricorrere direttamente all’autorità giudiziaria rimarca lo spirito costruttivo dell’associazione. I lavori appaltati infatti ignorano l’esistenza di affreschi e del vincolo monumentale della Soprintendenza. Ciò fin dalla concezione del progetto dei lavori, inserito fra le opere in preparazione di Expo 2015, forse per fruire delle semplificazioni amministrative applicate a questo evento, ma del tutto improprie per un bene monumentale. La stessa cosa nella redazione della gara d’appalto, non rivolta soltanto ad imprese qualificate per intervenire su beni culturali. Di qui l’esposto anche a Raffaele Cantone. Se il ministero non interverrà, gli affreschi di età petrarchesca saranno compromessi dalla realizzazione di servizi igienici e delle scale di servizio senza provvedimenti tecnici di conservazione. Oltretutto, Il progetto di intervento congela la situazione attuale senza alcuna previsione di utilizzo. Praticamente si è trattato di confermare la suddivisione interna degli ambienti senza alcuna idea generale di utilizzo. Sono tanti piccoli ambienti di cui si rimanda in futuro la definizione della loro destinazione. Normalmente avviene il contrario: prima si decide un tipo di utilizzo e poi si stende il progetto di intervento.

L’associazione CSA Petrarca ha un progetto alternativo a quello attualmente previsto dall’ attuale Giunta comunale?

Ve ne sono diversi… Per esempio, nel caso della proposta di Italia Nostra del gennaio 2012 si prevedeva l’istituzione di un piccolo museo sulla presenza del Petrarca e il paesaggio. Ciò comportava la previsione di un preciso percorso tra gli ambienti con un utilizzo unitario e coordinato. Il percorso prevedeva l’accesso da via Fratelli Zoia e la percorrenza dei vari ambienti con un allestimento appositamente studiato e la realizzazione di una nuova scala di accesso con ascensore per il superamento della barriere architettoniche al primo piano. La superficie di circa 300 mq era costituita da una sequenza di ambienti collegati e restaurati con la massima attenzione ai valori e alla materia presente. Le nuove dotazioni e previsioni erano studiate con il concetto del minimo intervento compatibile e studiati per un progetto attento a conservare il monumento e a non sprecare risorse pubbliche.

Il progetto approvato dal Comune di Milano, al contrario, non permette la realizzazione di questa previsione di utilizzo museale. La suddivisione in tanti piccoli ambienti può comportare solo utilizzi frammentari con una serie di locali parzialmente indipendenti e non coordinati. Si osserva l’assoluta incongruenza storica nel separare irreparabilmente il locale unico (sede dell’associazione “Amici Cascina Linterno”) al piano terra – con importanti testimonianze decorative e intonacate su cui prestare la massima attenzione – con servizi igienici, senza tenere alcun conto dell’unicità architettonica del locale con quello adiacente, artificiosamente separato, in tempi recenti, inserendo un camino arbitrariamente. Si tratta di un locale con un pregevole soffitto ligneo antico, collegato architettonicamente al locale principale d’ingresso, si notano anche tracce di decorazione e di finiture del tipo antico. Realizzare bagni con suddivisione dello stesso tramite la costruzione di tramezze e rivestimento in piastrelle sembra proprio inopportuno per la tutela del monumento. La previsione di realizzare pavimenti in ceramica ( grès da cm75x75) in tutti gli ambienti, compreso quelli pregevoli dotati di solai lignei antichi e tracce di decorazioni alle pareti non sembra consona al monumento che risulta vincolato con decreto Ministeriale. La previsione di realizzare un nuovo pavimento del portico (un ambiente di notevole qualità con pregevoli colonne in granito con fregi di epoca basso medievale) costituito da assi da ponte in legno appare incongrua storicamente sia per l’inopportunità di tale previsione non motivata da precise ragioni di ordine architettonico e storico, sia per la durata di tale materiale con esposizione all’aperto che in breve tempo degraderebbe miseramente. La previsione di un impianto di riscaldamento con soffitto radiante risulta semplicemente devastante…

Un’importante testimonianza della presenza di Petrarca a Linterno è data infatti dagli affreschi trecenteschi in quasi tutte le sale. Nessuno per fortuna vuole cancellarli, ma realizzare un impianto di riscaldamento (e magari di aria condizionata) che non ne tenga conto, significa (come può intuire chiunque) condannarli a morte lenta, nel giro di alcuni anni. Per di più, sull’edificio c’è un vincolo di Monumento Nazionale decretato il 9 marzo 1999, per la straordinaria importanza di Linterno dal punto di vista storico. Ci si può legittimamente chiedere se il “restauro conservativo” in essere rispetti totalmente il vincolo oppure no. La sovrintendenza lo ha avallato. Ma il fatto che perfino il cartello dei lavori non lo citi (come invece si usa fare) non è un buon segnale. L’idea di restauro per la quale era stato trovato anche un finanziatore privato non prevedeva, naturalmente, soltanto la conservazione della memoria petrarchesca attraverso la realizzazione della Casa Museo, ma anche il ritorno dell’attività agricola, una foresteria con ristoro dai sapori e dalle suggestioni medievali, la realizzazione di un orto/frutteto sulla scorta della passione di Petrarca per l’orticultura: dunque, un’idea che mette in relazione cultura e agricoltura, recuperando memoria storica milanese di un poeta e artista molto amato e studiato in tutto il mondo.

Presso altre città italiane o straniere più lungimiranti, la sola presenza del Poeta ha creato un polo di turismo culturale, come ad Arquà nella casa-museo, con l’importante e recente progetto “Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei”.

 

Si è parlato anche di un museo interattivo…

Certamente… di questo se ne è occupata in prima persona Cristina Vannini, che ha svolto l’analisi progettuale del museo interattivo petrarchesco, stimando bassi costi di gestione ed una forte valenza internazionale. Sostegno a tale proposta è venuta da Carlo Monti (ordinario di Topografia al Politecnico di Milano, responsabile di commissioniinternazionali, componente del consiglio di ICOMOS Italia / UNESCO per la tutela dei Monumenti e dei Siti).

Oltretutto si prevede anche l’autosostenibilità di questo progetto, perché è tuttora valida la disponibilità di uno sponsor per la progettazione e la realizzazione del centro di interpretazione/museo interattivo di Villa Petrarca. Ci si avarrebbbe inoltre della piena disponibilità dei volontari del Touring Club italiano…

Si avranno inevitabili e positive ricadute nei settori dell’agricoltura, delle infrastrutture, dei servizi e dell’industria, È quanto si desume da esperienze già realizzate in Italia ed in Europa in altre località “petrarchesche”, che hanno generato un notevole indotto economico, grazie al flusso turistico.

Ma il Comune sembra non voler sentire ragioni…

Non intendo commentare le dichiarazioni del vicesindaco. La validità delle nostre proposte parla da sola. Lunedì abbiamo ricevuto il pieno sostegno del Presidente Basilio Rizzo e dell’ex senatore Fiorello Cortiana, la nostra battaglia è sacrosanta e troveremo nuove e più pressanti modalità, mediatiche e non, per sensibilizzare i milanesi su una vicenda tutta italiana, dove un luogo di valore inestimabile viene di fatto messo in pericolo dalle scelte miopi di un amministrazione locale. Andiamo avanti, sapendo che stiamo lottando per il bene di Milano e della sua memoria storica, che non può trascurare un gigante della letteratura mondiale, come il “Sommo Poeta”, Francesco Petrarca.

Stefano Scalici

SIGNOR SINDACO! Appello di Massimo de Rigo presidente del CSA

Signor Sindaco,

Le ricordiamo che il Comune di Milano è una delle più antiche forme di democrazia europea ed era gestito dalla volontà popolare.

Questo Presidio del CSA Petrarca di fronte alla più alta istituzione cittadina, il Comune, viene promosso al termine di tre anni di inutili tentativi di instaurare un pur minimo ed elementare confronto con i nostri rappresentanti istituzionali.

Visto che Lei, il vicesindaco e nessun assessore si è mai degnato di rispondere alle nostre cortesi richieste di incontro, siamo venuti direttamente a trovarLa e a presentarLe la figura più oscurata che assurdamente Milano ripudia: è il genio universale di Francesco Petrarca nell’anno che avrebbe dovuto invece riproporlo ad un pubblico mondiale.

C’erano tutte le condizioni ottimali per farne il testimonial ideale di Expo 2015:

 

  1. l’evento che catalizzava un pubblico internazionale attorno ad un gigante della Cultura occidentale: Francesco Petrarca che a Milano visse un lughissimo e fertile periodo alla corte dei Visconti;

 

  1. i fondi vincolati da uno scomputo urbanistico al restauro della sua dimora agreste prediletta: VILLA LINTERNO in stato di degrado;

 

  1. l’offerta gratuita di uno sponsor per l’allestimento e la gestione di un Museo interattivo dedicato a Petrarca e al medio evo che avrebbe dato centralità culturale ad una periferia grigia, ma soprattutto turismo e lavoro in un momento di gravissima crisi;

 

  1. la scoperta eccezionale, su esposto del CSA Petrarca, di decorazioni affrescate secondo la tecnica medievale del “mezzo fresco” in tutte le stanze del nucleo più antico: CONFERMA dell’antichissima tradizione che lega indissolubilmente Petrarca a Linterno.

 

  1. Un privato si era offerto di allestire un laboratorio-scuola di restauro a costo zero per il Comune di

Milano.

 

  1. Cultura e agricoltura potevano convivere benissimo ed integrarsi senza problemi. Tutto questo è stato RESPINTO E OSCURATO.

Attorno all’azione del nostro comitato è stata fatta terra bruciata. La stampa imbavagliata. Perché?

Ci spieghi le ragioni per cui un Monumento Nazionale viene caparbiamente livellato al basso ed equiparato a migliaia di altre cascine. Si vuole forse il declassamento del Vincolo Monumentale?

L’ambizioso e costoso progetto di recupero sembra finalizzato a unʼabitazione privata, che risponda al progetto Expo 2015 di un percorso di cascine agricole milanesi, ma Le ricordiamo che a Linterno manca l’agricoltore.

Il rischio maggiore è che Villa Linterno sia rimessa a nuovo in vista di Expo perdendo irreversibilmente il suo legame con le radici e la sua essenza storica legata alla figura che è all’origine del suo Vincolo Monumentale.

Il comprensorio del Parco delle Cave, secondo le valutazioni attente dei nostri volontari (che lo difendono dall’epoca della sua istituzione) è sotto il mirino di interessi immobiliari: è forse questa la vera causa dell’appiattimento in basso di un Monumento che poteva essere il fiore all’occhiello di Expo 2015?

I milanesi attendono una risposta che non sia legata ai soliti luoghi comuni. Assurdo contrapporre

Francesco Petrarca all’Agricoltura che la nostra associazione non si è mai sognata di disdegnare.

Il CSA Petrarca propone un nuovo Umanesimo che dalla Linterno potrebbe irradiarsi verso le nuove generazioni, spesso intruppate e robotizzate e quindi senza speranze.

I milanesi meritano che lo sforzo di infinite generazioni che ci hanno tramandato Linterno, dimora di un genio universale, non sia disperso nel Nulla.

Bullismo Politico

La manifestazione pubblica di lunedì 23 marzo 2015 davanti alla sede comunale di piazza della Scala, travestiti da Francesco Petrarca con cartelli e asinello al seguito, è l’ultimo atto di un confronto che si prolunga da più di due anni, la maggioranza da una parte e il CSA Petrarca dall’altra, con la minoranza di Palazzo Marino ad assistere in complice silenzio.

Ora la vice sindaco arriva pubblicamente a darci del bugiardo, affermando che esiste un’unica associazione per la Linterno, sentendosi come la papessa Giovanna afferma che esiste un solo Dio e chi dice altrimenti è un eretico meritevole del rogo, noi ribaltiamo l’affermazione perché la nostra associazione c’è ed è la dimostrazione che chi mente non siamo noi, in quanto noi, da sempre, ci dedichiamo alla valorizzazione e promozione della Cascina Linterno.

Certo lo facciamo da fuori perché immeritevolmente esiliati, ma lo facciamo; certo diamo fastidio perché non gradiamo l’attuale strategia di restauro e lo diciamo in ogni occasione, certo ci sembra ridicolo che si faccia un restauro senza conoscere la destinazione d’uso, ma le diverse opinioni si fronteggiano con il dialogo e non l’ostracismo antidemocratico.

Noi desideriamo un dialogo franco, magari anche aspro, ma che sia democratico e onesto, abbiamo un mare di documenti pubblicati e scritti all’amministrazione comunale, mai nessuna risposta se non trasversale di diffamazione e stravolgimento della verità, se diciamo il falso perché non lo si fa in un dibattito pubblico, carta alla mano.

Chiediamo a tutta stampa libera e non succube del potere di aiutarci a far conoscere la verità ai cittadini milanesi, la cascina Linterno non è una proprietà privata della vice sindaco dove mette chi più gradisce a gestirlo, ma un bene pubblico che dovrebbe essere armonicamente aperto a tutte le voci della cultura, contiamo sull’onestà dei giornalisti e sulla loro corretta ricerca della verità, da parte nostra ci sarò tutta la collaborazione possibile.

Roberto Gariboldi

Alle radici di un malessere: il presidio di CSA Petrarca.

La manifestazione pubblica di lunedì 23 marzo 2015 davanti alla sede comunale di piazza della Scala, travestiti da Francesco Petrarca, con cartelli e asinello al seguito è l’ultimo atto di un confronto che si prolunga da più di due anni, la maggioranza da una parte e il CSA Petrarca dall’altra, con la minoranza di Palazzo Marino ad assistere in complice silenzio.

Ora la vice sindaco arriva pubblicamente a darci del bugiardo, affermando che esiste una unica associazione per la Linterno, sentendosi come la papessa Giovanna afferma che esiste un solo Dio e chi dice altrimenti è un eretico meritevole del rogo, noi ribaltiamo l’affermazione perché la nostra associazione c’è ed è la dimostrazione che chi mente non siamo noi, in quanto noi, da sempre, ci dedichiamo alla valorizzazione e promozione della Cascina Linterno.

Certo lo facciamo da fuori perché immeritevolmente esiliati, ma lo facciamo; certo diamo fastidio perché non gradiamo l’attuale strategia di restauro e lo diciamo in ogni occasione, certo ci sembra ridicolo che si faccia un restauro senza conoscere la destinazione d’uso, ma le diverse opinioni si fronteggiano con il dialogo e non l’ostracismo antidemocratico.

Noi desideriamo un dialogo franco, magari anche aspro, ma che sia democratico e onesto, abbiamo un mare di documenti pubblicati e scritti all’amministrazione comunale, mai nessuna risposta se non trasversale di diffamazione e stravolgimento della verità, se diciamo il falso perché non lo si fa in un dibattito pubblico, carta alla mano.

Chiediamo a tutta stampa libera e non succube del potere di aiutarci a far conoscere la verità ai cittadini milanesi, la cascina Linterno non è una proprietà privata della vice sindaco dove mette chi più gradisce a gestirlo, ma un bene pubblico che dovrebbe essere armonicamente aperto a tutte le voci della cultura, contiamo sull’onestà dei giornalisti e sulla loro corretta ricerca della verità, da parte nostra ci sarò tutta la collaborazione possibile.

 

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